Chi non si è ritrovato almeno per un giorno con in testa il ritornello di Espresso macchiato, alzi la mano. Il pezzo del rapper estone Tommy Cash ha certamente contribuito a far crescere la fama internazionale della bevanda simbolo d’Italia. Ma questa popolarità non è una scusa per i rincari. In città, al banco di un bar del centro, una tazzina può arrivare a costare 1,80 euro, 2,40 per un doppio, 2,50 per un espressino e via discorrendo. La classica pausa caffè, un tempo momento leggero e quasi rituale, sta diventando sempre più onerosa e meno spensierata.
Caffè alle stelle, a Bari rincari in quasi tutti i locali: “L’alternativa è ridurre i servizi”
Secondo le rilevazioni diffuse dal Centro di formazione e ricerca sui consumi, Bari rientra tra i capoluoghi italiani dove, rispetto al 2021, il prezzo del caffè è salito di quasi il 40 per cento. La mitica tazzina a un euro è ormai una rarità.
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Il carrello che pesa
Non è solo il caffè a costare di più. Anche acqua, snack e bevande energetiche registrano aumenti. E, come nelle grandi metropoli, anche a Bari si moltiplicano i negozi aperti 24 ore su 24 con distributori automatici. Se arrivate o partite dalla stazione Centrale, attenzione ai listini: bastano pochi passi per trovare differenze consistenti. Da Binario Open, in via Capruzzi, vicino all’imbocco del sottopasso, l’espresso è a 1,20 euro, il cappuccino a 1,80, mentre una bottiglietta d’acqua varia da 1,50 a 1,80 euro. I succhi si aggirano sui 3 euro e per una birra si spendono tra 3 e 4 euro. Dall’altro lato, all’angolo con via Giulio Petroni, c’è un market sorvegliato da telecamere. È la prima sosta per quattro visitatori, due uomini e due donne, appena arrivati dalla Romania, con la voglia di un buon caffè. Uno di loro mette mano al portafogli, ma alla cassa automatica prevale la carta: pagare con credito è la prassi più diffusa, le operazioni sono rapide e si evita di fare i conti con gli spicci. Qui l’acqua costa un po’ meno, tra 0,80 e 1 euro; gli snack come taralli, patatine e dolci arrivano fino a 1,70 euro. I tramezzini sono a 2,50 euro. Non mancano prodotti di prima necessità: dentifrici, salviette e profilattici, questi ultimi a 3 euro.
I vending 24 ore su 24
Basta attraversare il sottopassaggio e cambia lo scenario. Due ragazze, arrivate da Molfetta con un regionale per la laurea di un’amica, si trovano alle prese con una macchina che “non restituisce il resto”. «Abbiamo inserito 2 euro», raccontano. Ma il treno arriva, devono correre via: niente bottiglietta d’acqua da 1,30 euro e niente monete indietro. Dalla selezione di caffè corto, espresso lungo, mocaccino, tè al limone fino al latte con biscotto all’amaretto, le opzioni sono numerose; per una Coca-Cola piccola si può pagare fino a 1,70 euro, mentre una Pepsi può arrivare a 2,50 euro.
Quanto si spende al bancone
Pochi passi più in là, da Spizzico, un espresso classico costa 1,20 euro e l’acqua 1,50. Una fetta di pizza Margherita è in vetrina a 5,50 euro, mentre la versione con bufala, cotto, carciofi e olive sale a 6,50. Per molti, il ricordo di viaggio pugliese è un sacchetto di taralli: qui 250 grammi partono da 2,65 euro. Al C House Bakery Café, il bar interno della stazione lato piazza Moro, il caffè sta a 1,20 euro, l’acqua allo stesso prezzo e il cappuccino a 1,70. A un tavolino siede una coppia inglese: lei sorseggia un grande bicchiere di latte, lui un caffè. Tra i bagagli spunta una busta verde con dentro del prosciutto cotto confezionato: forse conviene arrangiarsi. Pochi metri più avanti, al Bari Nord caffè, i listini sono simili. Appena oltre l’area della stazione, da McDonald’s si trova ancora il caffè a un euro. Di fronte, da Jerome, caffè più cappuccino più acqua costano complessivamente 4,70 euro. Man mano che si procede lungo via Sparano, i prezzi lievitano: da Martinucci si arriva fino a 1,70 euro per un espresso e 2,20 per un cappuccino serviti al tavolo. L’acqua è 1,50 euro.
Acquisti d’istinto e consumo consapevole
Il boom dei distributori automatici è nel mirino del Codacons, l’associazione che tutela ambiente, utenti e consumatori. Avviare un punto h24 richiede un investimento iniziale che parte da circa 10mila euro, a cui vanno aggiunti affitto e caratteristiche delle macchine. I prezzi tendono a essere ancora più alti in contesti come aeroporti, hotel o circoli sportivi. Dario Durso, referente Codacons Bari, spiega che non si può criminalizzare chi opera in questo settore; piuttosto l’associazione lavora sull’educazione: attraverso seminari nelle scuole medie e superiori si promuove un consumo informato di cibi e bevande, l’esatto contrario dell’acquisto impulsivo, molto diffuso soprattutto tra i più giovani.
