Federico Pilagatti del Sappe lancia un monito in seguito alle tensioni che si sono verificate al Fornelli: “Un episodio che mette in luce delle criticità”. Intanto, arriva la solidarietà da parte dei garanti regionali per i poliziotti aggrediti.
Il Rapporto di Aggressione
Un agente di polizia penitenziaria è stato “sottoposto a sutura vicino all’occhio”, un altro “ha dovuto prendere un periodo di riposo per ansia”, mentre una sezione dell’istituto penale minorile di Bari, la terza, è stata “distrutta”. Questa è la situazione riportata dal sindacato di polizia Sappe riguardo ai disordini accaduti nella serata di domenica 9 marzo al Fornelli. I detenuti, come ha spiegato il segretario regionale del sindacato, Federico Pilagatti, avrebbero tentato “innanzitutto di appropriarsi delle chiavi dagli agenti per raggiungere la portineria e potenzialmente evadere”.
Speranza di Normalizzazione
La situazione all’interno del penitenziario è tornata sotto controllo dopo alcune ore, ma le preoccupazioni da parte dei sindacati rimangono forti riguardo alla condizione del personale all’interno e, più in generale, nel sistema carcerario. Pilagatti sottolinea che quanto accaduto “sottolinea la vulnerabilità del carcere minorile di Bari, dove, durante tutta la giornata e la sera di ieri, erano presenti solamente quattro unità, di cui tre collocate nelle varie sezioni”. “È evidente che – continua il sindacalista – bisogna inserirsi nella realtà e pertanto i detenuti coinvolti in questa rivolta devono essere trasferiti. È necessario anche ripristinare il numero di agenti della Polizia Penitenziaria, che da mesi denunciamo essere insufficienti”. “Inoltre – aggiunge Pilagatti – vogliamo avviare una discussione sulla gestione delle carceri minorili. È impensabile che minori, ragazzi di 16-17 anni, siano rinchiusi insieme a giovani adulti fino a 25 anni, semplicemente perché in passato avevano commesso reati da minorenni. Tutto ciò deve cessare”. “Teniamo a sottolineare – prosegue il segretario del Sappe – che non vogliamo che si chiudano le carceri per minori; al contrario, riteniamo che debbano esistere, poiché in alcune circostanze la gravità di determinati crimini richiede sanzioni appropriate, come avviene in altre nazioni”. “Chiediamo – conclude – che il dipartimento della giustizia minorile prenda consapevolezza della situazione, agisca di conseguenza, poiché il rischio non riguarda solo la legittimità delle istituzioni all’interno delle carceri, ma anche il futuro di molti giovani che, a causa delle scelte sbagliate del passato, non possono ricevere il supporto e il reinserimento previsti dalla legge”.
Solidarietà e Responsabilità
In attesa, sono arrivate delle manifestazioni di solidarietà ai poliziotti aggrediti nel carcere minorile di Bari da Pietro Rossi, Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure di detenzione, e Ludovico Abbaticchio, Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. In un comunicato, i garanti hanno dichiarato che “ogni atto di violenza e vandalismo è esecrabile e inaccettabile”. A partire da queste osservazioni, “esprimono una profonda preoccupazione per la situazione, quella degli istituti penali per i ragazzi, che sta iniziando a presentarsi con la stessa criticità del contesto carcerario per adulti. La politica nazionale deve prendere coscienza della necessità di prospettare soluzioni valide, non limitate a un incremento quantitativo (più luoghi di detenzione e più personale), bensì a interventi che ottimizzino l’efficacia delle misure adottate. È essenziale maggiore investimento nelle politiche di welfare, affinché non venga compromesso uno dei sistemi più avanzati nel panorama del diritto occidentale, come quello del sistema penale minorile in Italia”.
