Cibo, creatività e intelligenza artificiale: un mix che ha acceso la scintilla in due professionisti alla ricerca di nuove ispirazioni. Enrico Porfido, ricercatore barese trapiantato a Barcellona, insieme al collega argentino Juan Gonzalez del Cerro, fotografo specializzato in gastronomia, ha realizzato quello che definiscono il primo ricettario interamente generato con l’IA: il “World Recipes Atlas”.
Un atlante di 196 cucine nato per gioco
Piatti e immagini provenienti dai 196 Paesi del pianeta confluiscono in un progetto nato quasi per divertimento, che però ha impegnato il duo per oltre dodici mesi. “Ci siamo domandati quanto l’intelligenza artificiale sapesse davvero di food” racconta Porfido. “Abbiamo iniziato a fornire istruzioni minime per ottenere immagini e risultati curiosi. Con poche parole riuscivamo a produrre scatti sorprendentemente realistici. Abbiamo anche notato che per le cucine del cosiddetto Nord globale i contenuti erano più accurati, mentre per il Sud del mondo le informazioni erano più scarse”.
Dalla prova in laboratorio alla stampa
A novembre il ricettario andrà in stampa: verranno prodotte 196 copie di questo Atlas singolare, proprio come i 196 Stati rappresentati. “Vogliamo consegnare alle persone un oggetto semplice e accessibile, ma capace di veicolare un messaggio chiaro. È un invito al doppio controllo costante: l’IA può fare moltissimo, ma è la mano umana a renderne speciale il risultato”. Le ricette, sottolinea il ricercatore, sono eseguibili anche in cucina reale e sono già state testate. “Abbiamo messo a confronto i suggerimenti dell’Atlas con le preparazioni di cuochi esperti: le differenze sono minime, anche perché l’intelligenza artificiale tende a fare una media di ciò che trova in circolazione”.
Un utensile potente, da usare con consapevolezza
Se qualcuno guarda con timore a questo strumento digitale, Porfido è netto: “È un mezzo. Se lo si impiega per integrare e con criterio, i rischi si riducono. Una mia collega lo paragona a un coltello: sta a noi decidere se usarlo per tagliare o per ferire”. Per portare il volume alla pubblicazione, il duo ha inoltre avviato una campagna di crowdfunding, sostenuta da altri creativi.
