Ecco la rielaborazione dell’articolo in italiano:
Si tratta di un nuovo sviluppo emerso dagli accertamenti svolti nelle ultime settimane dai tecnici designati dalla Procura di Bari nell’ambito dell’indagine relativa al caso del neonato trovato deceduto il 2 gennaio scorso.
Nuove scoperte sul caso del neonato
Stanno emergendo ulteriori informazioni riguardo al neonato trovato senza vita il 2 gennaio nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari. Secondo quanto riportato dall’Ansa, dalla consulenza tecnica svolta dai periti incaricati dalla Procura di Bari, recentemente depositata, è emerso che il tappetino presente nella culla—utilizzato per accogliere i neonati—non avrebbe funzionato correttamente nel rilevare il peso del bambino, il che avrebbe impedito il corretto attivarsi dell’allarme e quindi la chiamata sul cellulare del parroco.
Problemi tecnici riscontrati
Dopo il rinvenimento del corpo del neonato, le verifiche effettuate hanno immediatamente evidenziato un malfunzionamento dei sensori del tappetino che avrebbero dovuto attivare la chiamata al sacerdote. Inoltre, è stata rilevata una perdita di gas dal climatizzatore, che doveva riscaldare l’ambiente, ma che emetteva aria fredda. Gli esami successivi hanno sollevato dubbi riguardo l’efficacia del tappetino, nonostante nel 2020 e nel 2023 due neonati siano stati salvati grazie all’attivazione regolare dell’allarme.
Linee d’indagine e implicazioni legali
L’inchiesta sul ritrovamento del neonato, sotto la direzione del procuratore aggiunto Ciro Angelillis e della PM Angela Morea, è aperta per abbandono di minori a carico di ignoti e omicidio colposo. Tra i soggetti indagati figurano il parroco, don Antonio Ruccia, e l tecnco Vincenzo Nanocchio, responsabile dell’installazione della culla nel 2014 e di un intervento di manutenzione effettuato nel mese di dicembre, dovuto a alcuni guasti elettrici.
