Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha inviato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, una lettera con cui sollecita il ripristino dei fondi per il Nodo ferroviario Bari Nord, con particolare riferimento alla variante Santo Spirito–Palese. L’iniziativa mira a rimettere in moto un’opera ritenuta cruciale per il territorio.
Iter autorizzativo concluso per il progetto definitivo
Lo scorso 16 aprile si è chiusa la procedura autorizzativa relativa all’approvazione del progetto definitivo, portando a termine tutti i passaggi preliminari indispensabili per l’accesso al finanziamento ministeriale. Un traguardo amministrativo che, nelle intenzioni dell’amministrazione, avrebbe dovuto spianare la strada all’avvio delle successive fasi operative.
Un’infrastruttura strategica attesa dal territorio
Nella missiva, Leccese sottolinea come la variante sia attesa da anni e venga considerata un’infrastruttura strategica per innalzare standard di qualità e sicurezza del servizio ferroviario. L’opera, evidenzia il sindaco, porterebbe benefici tangibili all’intera comunità, eliminando il peso dei passaggi a livello che oggi rappresentano una vera strozzatura per i quartieri interessati e condizionano pesantemente la viabilità locale.
Il definanziamento del Cipess e le ricadute sulla pubblica utilità
Il 29 novembre dello scorso anno il Cipess ha disposto la revoca dei 700 milioni di euro inizialmente assegnati all’intervento. La mancanza di copertura finanziaria ha reso impossibile il rinnovo della dichiarazione di pubblica utilità, con il concreto rischio di generare nuovi rallentamenti e ritardi nell’apertura dei cantieri e nella realizzazione delle opere previste.
Richiesta di nuove risorse, tempi rapidi e controllo dei costi
Alla luce di quanto accaduto, il primo cittadino ribadisce la necessità di un rifinanziamento, rimarcando l’urgenza di procedere con l’affidamento della gara d’appalto e di ottenere una nuova dichiarazione di pubblica utilità. Obiettivo: evitare ulteriori slittamenti e, soprattutto, nuovi aumenti dei costi legati al rincaro dei materiali e all’inflazione del settore, che rischiano di appesantire ulteriormente il quadro economico dell’opera.
