Ormai i volti della band Oesais, il gruppo più fuori di testa d’Italia, li conosciamo bene: il 27 dicembre tornano a Bari, al Palaflorio, con lo show “Holliday on Oesais” firmato da Gennaro Nunziante. Per chi vuole esserci, i biglietti sono disponibili su TicketOne: https://www.ticketone.it/artist/oesais/.
Oggi tocca a Serena Esposito, una delle formidabili voci del collettivo. Invece di una classica intervista, ha scelto di mandarci un “messaggio nella bottiglia”. Lo abbiamo aperto, letto, e ci ha conquistati: ve lo restituiamo in prima persona, come lei l’ha immaginato. Grazie, Serena!
Una voce nata tra scale di campagna
Da piccolissima, sulle scale della casa di campagna dei miei nonni napoletani, cantavo a squarciagola Maruzzella. Dicono tutti che fosse uno spettacolo. In un certo senso, sono venuta al mondo così: con la musica già addosso.
La prima richiesta: portatemi in una scuola di danza
A quattro anni ho bussato alla porta di mia zia e le ho chiesto di accompagnarmi in una scuola di danza. Ricordo lei che, trattenendo a stento le risate, mi lasciò discutere con la segretaria pur di farmi iscrivere. Da quel momento non ho più smesso: ho continuato a cantare, ho iniziato a ballare e, in mezzo al turbine un po’ folle dell’adolescenza, ho incrociato il musical. Con un debutto improbabile per una ragazzina: CAPITAN UNCINO.
Capitan Uncino: il piacere di “torturare” la ciurma
Interpretare il pirata e “maltrattare” la ciurma fu uno spasso senza fine, una delle cose più divertenti che abbia mai fatto. E, a quanto pare, ancora oggi quella vena un po’ feroce è un mio punto di forza… in scena, s’intende!
L’incontro con Mcail e l’approdo giusto
Da quel primo musical mi sono tuffata seriamente nello studio del canto. Sono approdata nella sala del nostro direttore tuttofare, MCAIL, ovvero Michele Marmo, il musicista e arrangiatore che cura i brani del gruppo. È stato lui a portarmi sul palco con la Compagnia Dallaluna e, dopo avermi vista passare nella stessa serata dalla Sirenetta a Ursula, mi ha guardata e ha detto: “Secondo me sei pronta per gli OESAIS”.
“Io? Con loro?” L’inizio dell’avventura
Non ci credevo: io? Sul palco con loro? NGULA! Come sbotta Emilio quando, durante le prove, siamo tutti persi nel flusso e lui cerca da dieci minuti di rimetterci in riga. Ho chiuso le cuffie nella custodia e mi sono buttata in questa nuova avventura: musicisti strepitosi e Toti e Tata al mio fianco. Capite? Dividere la scena con Emilio e Antonio… una goduria! Ancora oggi faccio fatica a realizzare, e prima di attaccare Matrimonio metafisico devo darmi un pizzicotto.
Sentirsi giullare nel posto giusto
Penso di essere nata un po’ giullare di corte: forse è per questo che sul palco degli Oesais mi sento perfettamente al mio posto, nel momento esatto. Anche se, a volte, è dura trattenermi. Alla prima a Bari, in Fiera del Levante, ho rischiato di scivolare giù dalla pedana: quando musica e comicità si fondono con il calore della platea è impossibile restare fermi. E che pubblico, ragazzi!
Il pezzo che mi fa venire i brividi
Lo so, sembro scontata, ma il mio brano del cuore è e rimarrà 127 Abarth. È una canzone “ca te fasce vnì le brividaine” e quei brividi, durante lo spettacolo, a me arrivano davvero.
Un capodanno da sogno
Il desiderio che tengo nel cassetto? Un veglione di Capodanno marchiato Toti e Tata: Oesais, Piero Scamarcio e lo Scippatore di emozioni, Filomena Coza Depurada, Assunta Herrera e chi più ne ha più ne metta. Un’esplosione di follia e risate.
Un saluto con affetto
CCC… Ciao a tutti, vi voglio bene.
