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Omicidio Meligrana: DDA Bari svela baratto armi e cocaina con clan Di Cosola

A quasi dieci anni dall’avvio delle indagini, la vicenda dell’omicidio di Cosimo Meligrana — il 45enne ucciso il 19 febbraio 2016 in una sala slot di Gioia del Colle — sembra aver finalmente trovato un quadro di responsabilità convincente. La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nel corso di una conferenza stampa in Procura tenuta questa mattina, ha illustrato una ricostruzione completa degli eventi e dei ruoli, riportando chiarezza su un delitto rimasto a lungo senza un responsabile accertato.

Il sicario mascherato e l’ombra del clan Di Cosola: l’agguato nella sala slot

Secondo la ricostruzione, Meligrana fu colpito a morte con sette proiettili esplosi da un esecutore che indossava una maschera di silicone professionale, di tipo teatrale, del valore di circa tremila euro. Un travestimento studiato nei dettagli, che consentì al killer di muoversi all’interno della sala giochi senza essere identificato, confondendosi tra i presenti prima di agire e dileguarsi rapidamente dopo l’azione.

Dalla mediazione fallita alla decisione di eliminare la vittima

Gli investigatori hanno accertato che il delitto maturò in un intreccio di ritorsioni personali e interessi criminali. Il presunto mandante, un uomo di Gioia del Colle, in un primo momento avrebbe provato a fare da paciere tra il proprio cognato e la vittima: da tempo Meligrana lo avrebbe sottoposto a pressanti richieste di denaro, generando un clima di tensione crescente. Nonostante due tentativi di accordo, gli impegni presi non furono rispettati; anzi, la situazione precipitò quando Meligrana si presentò armato nell’abitazione del mediatore, accompagnato da un complice con legami con il clan barese dei Parisi.

La colluttazione, la pistola “trofeo” e il patto con i Di Cosola

In quell’occasione la discussione degenerò in uno scontro fisico, durante il quale il gioiese rimase ferito a una gamba. Nel trambusto, la pistola 357 Magnum dell’uomo venne sottratta da Meligrana, che l’avrebbe trattenuta come “trofeo”. Da quel momento, secondo l’accusa, il mediatore cambiò ruolo: da figura di raccordo divenne il promotore dell’omicidio. Per portare a termine il progetto si rivolse ad affiliati del clan barese dei Di Cosola, esterni all’area murgiana, proponendo un vero e proprio scambio: l’eliminazione di Meligrana in cambio di cocaina, armi e denaro. La somma pattuita, stimata attorno ai 100mila euro, non sarebbe stata poi versata; le armi, invece, sarebbero state destinate al conflitto in corso all’epoca con il clan Strisciuglio, nel quartiere Enziteto di Bari.

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Video: Omicidio Meligrana, il killer ripreso in azione

Un primo tentativo di agguato era stato pianificato per il 18 febbraio 2016, ma l’operazione saltò a causa di un incidente automobilistico che coinvolse i sicari. Il giorno successivo, il piano venne riattivato e portato a compimento: il killer entrò nella sala slot, aprì il fuoco e uccise Meligrana sotto gli occhi dei clienti, rimasti paralizzati dallo shock.

L’inchiesta, i collaboratori di giustizia e gli arresti

L’indagine, alimentata anche dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, ha condotto all’emissione di cinque misure cautelari (quattro delle quali a carico di soggetti già detenuti per altri reati) e all’iscrizione di dieci persone complessivamente nel registro degli indagati. Un lavoro investigativo lungo e articolato che consente oggi di definire contorni e responsabilità di un omicidio rimasto per anni senza una verità processuale compiuta.

Antoine Stilla
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Antoine Stilla Caporedattore a Mola Di Bari TV Antoine Stilla dirige la redazione di Mola Di Bari TV, un media italiano specializzato nel mondo della casa e del lifestyle. Laureato in giornalismo presso l'Università di Bari, ha oltre 10 anni di esperienza nel settore della stampa online. Il suo obiettivo: rendere l'informazione pratica e accessibile a tutti. Email: antoine.stilla@moladibari.tv Telefono: +39 080 123 45 67
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