La recente operazione di perquisizione condotta dalla Polizia ha portato al rinvenimento e al sequestro, all’interno dell’abitazione di uno degli indagati, di una notevole quantità di sostanze chimiche, tutte classificate dal Nucleo Artificieri della Questura di Bari come comburenti, combustibili, acidi e solventi.
Identificazione di minorenni coinvolti in attività illecite
La Polizia ha identificato due giovani di età inferiore ai diciott’anni, considerati responsabili della diffusione su varie piattaforme Telegram di dati personali delicati, compresi numeri di carte di credito rubate e istruzioni sul cosiddetto “carding”, che si riferisce all’uso illecito di carte di credito assieme a dati personali, e al riciclaggio dei profitti illeciti. Inoltre, hanno condiviso informazioni su come costruire ordigni esplosivi artigianali.
Indagini e perquisizioni coordinate dalla Procura
I controlli sono stati condotti sotto la supervisione della Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Bari, con l’ausilio di informazioni ottenute da fonti ufficiali di intelligence. Durante le indagini, realizzate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Puglia, sono state effettuate due perquisizioni nei confronti dei minorenni: la prima nel giugno 2024, in prossimità del Vertice del G7 che si è tenuto in Puglia, e la seconda nel gennaio del corrente anno.
Sequestro di sostanze chimiche pericolose
La perquisizione effettuata nel mese di giugno ha condotto al rinvenimento di una sostanziosa quantità di sostanze chimiche presso l’abitazione di uno degli indagati. Queste sostanze sono state classificate dal Nucleo Artificieri della Polizia di Bari come comburenti, combustibili, acidi, solventi e, tra l’altro, molti di essi sono precursori di esplosivi, la cui detenzione è severamente vietata. Sono stati rinvenuti e sequestrati anche device elettronici utilizzati per la diffusione di informazioni relative alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali e video che mostrano le esplosioni.
Scoperte fatte durante una successiva perquisizione
Nella perquisizione di gennaio, in risposta ai dati emergenti dalle indagini, sono stati trovati e sequestrati ulteriori dispositivi informatici in uso a uno dei due giovani. Questi dispositivi contenevano video di esplosioni di grandi petardi in luoghi pubblici, applicazioni per accedere al Dark Web, software per attività di penetration test e documenti identificativi, oltre a foto scattate da soggetti con i loro documenti d’identità. Inoltre, sono stati rinvenuti file contenenti elenchi di siti considerati vulnerabili ad attacchi informatici, credenziali ottenute in maniera fraudolenta per accedere a portali bancari, informazioni di utenti provenienti dalle reti sociali, molte delle quali erano state sottratte o raccolte online e poi rese pubbliche.
