Un automobilista ha raggiunto un accordo per una pena in relazione alla morte di Gianluca De Franciscis avvenuta lo scorso 2 marzo 2023, quando gli ha tagliato la strada dopo non aver dato precedenza. Gli è stata anche sospesa la patente per un anno.
La corte di Bari ha pronunciato una decisione che rappresenta un momento decisivo per la tragedia che ha portato alla perdita di Gianluca De Franciscis, un ragazzo di 25 anni originario di Casamassima, tragicamente deceduto in un incidente stradale il 2 marzo 2023 nelle vicinanze dell’area industriale di Capurso. Il giudice Nicola Bonante, il 12 giugno 2024, ha convalidato l’accordo per il patteggiamento della pena per l’automobilista di Valenzano, riconosciuto colpevole dell’accaduto. La condanna prevede una reclusione di un anno e quattro mesi con la sospensione condizionata e la revoca della licenza per un anno.
Ricostruzione dell’accaduto
Secondo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti, l’automobilista, immettendosi nella strada principale da un’uscita secondaria, ha causato l’incidente tagliando la strada a De Franciscis, che stava circolando in moto. L’impatto si è rivelato fatale per il giovane, che è stato sbalzato dalla moto, finendo contro un palo della luce dopo un volo di dodici metri e perdendo la vita sul colpo.
Le contestazioni legali
Il pubblico ministero Manfredi Dini Ciacci ha accusato l’imputato di aver violato il Codice della Strada, puntando in particolare agli articoli 145, che riguarda il diritto di precedenza, e 154, dedicato alla sicurezza durante le manovre di svolta.
Le conseguenze per la famiglia
La morte di Gianluca De Franciscis ha lasciato un immenso dolore nella sua famiglia, nella sua compagna e nel loro figlio di soli quattro anni. Per cercare giustizia, i familiari si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., un ente esperto nel recupero di risarcimenti, che ha collaborato con l’ingegnere forense Pietro Pallotti e l’avvocato Fabio Ferrara per analizzare e ricostruire i dettagli dell’incidente. Pur accettando la condanna, i parenti di De Franciscis ritengono che la pena sia solo un risarcimento parziale rispetto alla gravità dell’evento. Ora, aspettano una risposta dalla compagnia assicurativa Assimoco, che finora ha avanzato offerte considerate inadeguate. La famiglia è pronta ad avviare un’azione legale civile per ottenere un indennizzo equo.
