Il segretario cittadino, Gaetano Cataldo: “Deve affermarsi per la propria proposta di cambiamento a favore dei cittadini e deve proteggersi, prima di tutto, dalla malapolitica.”
“Il centrosinistra può salvarsi solo se abbandona il trasformismo”. Queste sono le parole del segretario cittadino di Sinistra Italiana Bari, Gaetano Cataldo, rivolte al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Un intervento avvenuto subito dopo alcune affermazioni di Emiliano sul suo presunto ruolo di ‘salvatore’ del centrosinistra nell’ultimo ventennio, affermando di aver combattuto un “istinto suicida” politico e criticando una norma “inaccettabile” riguardante il trattamento di fine mandato dei consiglieri regionali.
“Ventidue anni fa – scrive Cataldo nella lettera indirizzata a Emiliano – si svolsero le elezioni e tu sei diventato sindaco di una città allora considerata ‘di destra’. Da tuo sostenitore durante la prima campagna elettorale, mi dispiace notare che la tua auto-esaltazione è fuorviante. In realtà, ciò che è successo è stato l’opposto: non una vittoria personale, ma un progresso collettivo, un vero e proprio ‘movimento’, come veniva definito all’epoca, che univa diverse forze. Ventidue anni fa, il partito a cui appartenevo, insieme a tanti altri esponenti significativi della società civile e della politica, ha chiesto al centrosinistra di rappresentare Bari attraverso te: un magistrato impegnato contro la mafia, prima candidato e poi sindaco. Non è stato un civismo episodico e individualistico, come quello di oggi, mirato solo a favorire le carriere politiche, ma un lungo e difficile processo, sostenuto da personalità coraggiose, autorevoli e innovative come Nichi Muciaccia, Maria Celeste Nardini e Franco Cassano”.
“La ‘primavera pugliese’ – sottolinea Cataldo – è stata un periodo iniziato nel 2004, stimolato da varie forze, anche inaspettate, rispetto alla narrazione che identificava Bari come capoluogo di una regione ‘nera’, contrapposta dal politico Tatarella all’Emilia ‘rossa’, come il Gay Pride nazionale del 2003 e le manifestazioni contro la guerra in Iraq e contro la detenzione amministrativa dei migranti nel neonato Centro di Permanenza Temporanea di Bari San Paolo. A mio avviso, questi elementi arricchiscono e completano la narrazione su come tu sia diventato sindaco di Bari: il tuo arrivo come figura autorevole è stato il risultato di un processo politico non trascurabile. Paradossalmente, ti lamenti dell’indistinzione dei consiglieri regionali della tua attuale maggioranza governativa pugliese, dopo aver alimentato l’errata convinzione che per vincere e governare si debba tutto assimilare, promuovendo il cambio di casacca come vera linea politica, premiando dai trasferimenti da destra a sinistra. Il centrosinistra a Bari e in Puglia non ha bisogno di essere difeso da se stesso, come hai dichiarato in modo paternalistico, poiché non esiste alcuna ricerca disperata di sconfitte. Al contrario, il centrosinistra deve e vuole affermarsi sulla base della propria proposta di cambiamento per i cittadini e deve proteggersi, prima di tutto, dal trasformismo e dalla malapolitica”, conclude Cataldo.